Vincenzo Castaldo

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Vincenzo Castaldo

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Vincenzo Castaldo
artista visivo italo venezuelano nato ad AFRAGOLA (Napoli) nel 1948. Bimbo di 8 anni arrivò a Caracas con i suoi genitori, dove ottenne un’ampia istruzione e formazione culturale, compiendo studi elementari, liceali e universitari (ingegneria), musica, pianoforte, disegno artistico, pittura, scultura, letteratura, ecc. Questa sua diversità di interessi (non proprio volubilità), assieme ad un ansia di libertà piena (libertà dell’anima) è parte intrinseca della sua stessa personalità, atteggiamenti, quotidianità, e ovviamente si manifesta anche nelle sue opere di arte visive, non soffermandosi su un solo stile, ma saltando liberamente dove così lo sente. Infondendo pero con frequenza alle sue opere, un contenuto sociale, manifestando la sua preoccupazione per un mondo migliore, meno falso, più giusto e molto più umano e solidale. Castaldo dice: “Che bella l’opera d’arte che emoziona i sensi, ma quanto più bella quella che emoziona l’anima e ci fa meditare”.
Precocemente Castaldo manifestò le sue inquietudini artistiche, studiò disegno artistico e pittura in varie accademie di Caracas e con professori privati, poi verso la fine degli anni ‘60 e principio dei ‘70 studiò nel “TALLER LIBRE DE ARTE de la ESCUELA DE ARTES PLÁSTICAS CRISTÓBAL ROJAS”, avendo come professori, tra altri, i maestri venezuelani OMAR CARREÑO ed ALIRIO ORAMAS.
Per lungo tempo ha condiviso l’attività artistica con l’altra sua professione d’Ingegnere Civile (laurea magistrale dell’UNIVERSITA CENTRALE del VENEZUELA e dell’UNIVERSITA Degli Studi di PADOVA) per poi, dal 1995 dedicarsi esclusivamente alle arti visive ed ampliare la sua formazione artistica con ulteriori studi di scultura nella SCUOLA D’ARTI VISIVE CRISTÓBAL ROJAS e nel MUSEO di ARTE CONTEMPORANEA di CARACAS “MACC”

NOTE CRITICHE
BORIS BROLLO, critico d’arte e Presidente del Comitato Italiano dell’AIAP-UNESCO. Venezia 2016
In questo “Amplesso Stellare” dell'artista Vincenzo Castaldo si enuclea tutta la sua poetica iper-spazialista data dallo scontro fra due direttrici: la centripeta, ma al contempo centrifuga, per cui qui l'inganno mentale è corretto dallo scontro delle masse cromatiche, che ovviamente al centro portano al bianco che rinfrange tutti i colori. Si deve altresì notare il modo di espandersi del colore a pannellate per tocchi alla maniera del puntinismo (pointillisme), ma con un riferimento organico alla sessualità trasfigurata che rimanda agli spermatozoi come nella migliore tradizione Klimtiana della scuola viennese.

INFO
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