Clicca per visualizzare la biografia ed i contatti
Marco Ara
"Senza titolo"
2018
tecnica mista su tela
40x40 cm.
Marco Ara
"Senza titolo"
2018
tecnica mista su tela
40x40 cm.
Marco Ara
"Senza titolo"
2018
tecnica mista su tela
40x40 cm.
Marco Ara
"Senza titolo"
2018
tecnica mista su tela
40x40 cm.
Marco Ara
"Senza titolo"
2018
tecnica mista su tela
40x40 cm.
Benvenuto nella Virtual Gallery solidale di BIANCOSCURO
Clicca in alto a sinistra per attivare il sottofondo musicale. Clicca la doppia freccia in basso a destra per ingrandire a tutto schermo.
Naviga nella sala usando il mouse, puoi spostarti all'interno cliccando e trascinando, puoi avvicinarti alle opere usando la rotellina.
Passa sul pallino vicino alle opere per vedere la didascalia, clicca per aprire la foto a tutto schermo.
Marco Ara
Nato a Bologna, dove vive e lavora. Insegna pittura presso l’Università “Primo Levi” di Bologna. Compiuti gli studi artistici si dedica alla pittura realizzando mostre personali e collettive in Italia e all’estero. La sua ricerca artistica lo porta ad intervenire nell’ambiente realizzando varie installazioni. Attraversa varie fasi tra loro collegate da una intima coerenza, nella metà degli anni settanta la sua ricerca si dirige verso una personale rilettura di un informale vicino alle posizioni dell’ultimo naturalismo di Francesco Arcangeli. Successivamente verso la metà degli anni ottanta giunge alla sperimentazione di materiali poveri come carta, cartone, cere, catrame, polvere di marmo su tela, dove le immagini divengono mappe di un paesaggio interiore. In seguito la sua ricerca si spinge verso materiali diversi come lamiere di zinco con un uso conclamato del colore: una lucida provocazione, una parodia della civiltà degli oggetti. Gli esiti di queste prospezioni trovano nel duemila un ritorno alla pittura ad olio su tela che gli permette di approfondire nuove tematiche concettuali e neo-minimaliste che si concretizzano attraverso linee e tracce rarefatte negli spazi monocromatici sulla tela che descrivono i “Non luoghi disabitati dell’uomo territori inesplorati di silenzi vibranti”. Nell’ultimo quinquennio si percepisce un’importante e maturata sintesi concettuale e tecnica lavorando con colori vegetali e acrilici su teli di puro lino e canapa, tra l’altro tutti materiali “antichi” per definizione, legati alla primordialità ed al recupero dell’elemento arcaico indefinito ,cioè aniconico. Riaprendo così lo storico dualismo fra “fare spirituale e fare materiale”. Le sue opere fanno parte di collezioni private e pubbliche.